mercoledì 18 giugno 2008

Giambattista Vico docet...

«...di questa drammatica distanza dalla sensibilità popolare, di questo deficit di radici sociali, Veltroni è parso del tutto ignaro... con l'immagine salottiera e poco ruspante che la sinistra post-berlingueriana, con la sua mancanza di radicamento nel territorio, con la sua distanza culturale dalle regioni del Nord, presentarsi alle elezioni con un candidato premier che è la quintessenza del bel mondo di Roma, delle sue terrazze e dei suoi salotti, era già un azzardo notevole...» ("Perché siamo antipatici? La sinistra e il complesso dei migliori” - Luca Ricolfi - Longanesi)

Correndo con la mente al prossimo futuro 'post-berlusconiano' - immaginando una Lega sempre più forte ed indipendente e un 'partito contenitore' enorme, confuso ed indefinibile - si potrebbe prendere in prestito il pensiero 'ricolfiano' per cucirlo addosso al PdL. Appare verosimile e disegna un potenziale scenario che sancirà la morte della politica.

P.S.= Facile anche indovinare chi potrebbe indossare i panni veltroniani...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido!

Anonimo ha detto...

concordo pienamente ecco perchè "la DESTRA" non può e non deve perdere le sue radici. Se veramente siamo diversi dobbiamo anche fare una politica diversa da questi "bell'imbusti" signori del potere e componenti delle peggiore casta. Buona DESTRA - Adriano

articolo21 ha detto...

Ma la politica oggi è già morta.

Anonimo ha detto...

Direi che già si è verificato... Scusa, ma che differenza c'è tra i plutopartitocrati "di sinistra" e quelli di "centrodestra", a parte netta superiorità dei primi in quanto ad ipocrisia?

Tommaso Pellegrino ha detto...

Sul futuro, come diceva Pappagone, "non metto lingua". Se vi interessa, però, qualche riflessione sul già non del tutto roseo presente, vi invito tutti sul mio blog www.tommasopellegrino.blogspot.com.
Tommaso Pellegrino-Torino